La sovranità appartiene al popolo

FrecceTricolori

Un  Governo di non eletti, tenuto insieme in qualche modo da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, ha tentato di forzare la mano proponendo una modifica della legge fondamentale dello Stato, in barba a tutti i principi e le prassi istituzionali.

Domenica 4 dicembre 2016, il voto popolare ha letteralmente stroncato questo tentativo e coloro che lo avevano portato avanti, costringendo il suo promotore principale, Matteo Renzi, a dichiarare pubblicamente la sonora batosta e le dimissioni sue e del suo Governo “abusivo”, tra il tripudio generale.

Al di là del modo in cui si è tentato di far passare la riforma, non è chiaro cosa autorizzasse a pensare che una modifica così pesante e deleteria per la nostra democrazia, già provata dagli ultimi eventi, potesse avere una sola possibilità di superare il voto popolare. Lasciando da parte queste ed altre considerazioni, a chi le potrà approfondire più degnamente, il messaggio più importante che arriva da questa tornata elettorale è la partecipazione popolare, massiccia e convinta, al voto.

L’affluenza è stata all’incirca del 65,50 %, più del doppio del referendum sulle trivelle, dello scorso aprile (31 %), e di oltre 8 punti superiore addirittura alle europee del 2014 (57 %).  Lo scarto che ha decretato la vittoria del no è stato abissale, quasi del 20 %.  Anche quest’ultimo dato meriterebbe una trattazione più ampia, vista l’eterogenea composizione del fronte del no.  Ma non è su questo punto che vogliamo focalizzare l’attenzione.

Il dato importante, e che ha ridestato una piacevolissima sensazione di speranza, resta la massiccia affluenza ai seggi.  Il voto ha ribadito che la sovranità appartiene al popolo, e che questi non ha nessuna voglia di cederla… ne ha già ceduta troppa!

È proprio questo il punto. Il voto sembra indicare la volontà dell’elettorato di tornare ad interessarsi delle sorti del paese, la volontà di uscire dall’immobilismo e dallo stato di letargo in cui ci troviamo da troppo tempo. È una risposta forte a noi stessi e all’europa (la minuscola non è un’errore di battitura).                Diciamolo francamente, noi italiani non siamo simpatici a quest’europa dei grandi banchieri, ma sia chiaro che neanche a noi piace questa accozzaglia (questa si che lo è) di burocrati da strapazzo.

Cosa possiamo aspettarci di buono da chi è stato capace di negare, nella Costituzione Europea, le comuni radici cristiane, e che indica come unica condizione di appartenenza a questa unione di stati il rispetto dei parametri di Maastricht ?                                                            Ecco, gli ultimi 3 Presidenti del Consiglio sono stati eletti proprio da questi “grandi elettori” europei, non c’è dubbio. Ecco perché questi ultimi Governi (più ancora dei precedenti) fanno i loro interessi, e non gli interessi degli italiani.

Ecco perché le piccole e medie imprese collassano, mentre le grandi multinazionali crescono. Ecco perché la disoccupazione è aumentata a dismisura. Ecco perché con il Jobs Act nessuno ha più la certezza di un posto di lavoro stabile. Ecco perché non nascono le famiglie, e i figli si fanno, quando si fanno, col contagocce.                                   Vogliono farci credere che sono cambiati i tempi e i gusti, ma la realtà è che oggi gli italiani non fanno figli perché lo Stato gli nega la possibilità di mantenerli.                                                                                          Anche il tasso di mortalità è aumentato paurosamente, senza che vi siano state epidemie o guerre.                                                                                   E, come diceva il compianto professore Giacinto Auriti, la denatalità è stata programmata da una scelta consapevole delle banche centrali, cioè dai veri padroni di questa europa.

C’è un solo modo per rimettersi in carreggiata, ed è quello di riprenderci la sovranità politica. Dobbiamo pretendere di scegliere chi ci governa !

Ogni altra scelta che non passi dal voto, motivata dalle solite trite e ritrite urgenze e opportunità varie, è una lesione della sovranità popolare, cioè della democrazia.

Sovranità politica e, sempre per citare il professor Auriti, sovranità monetaria. Senza quest’ultima, la sovranità politica è una pura illusione.  Dobbiamo quindi scegliere quei politici che lavoreranno per ripristinare la nostra democrazia ferita, tra coloro che credono nel nostro paese, che amano l’Italia, e che vogliano restituire l’Italia agli italiani, strappandola dalle grinfie dei grandi potentati finanziari che hanno già dato prova di cosa sono capaci di fare, riducendo alla fame un paese come la Grecia, umiliandone i suoi cittadini, e riducendo in schiavitù la patria della democrazia.

Concludo ricordando una bel pensiero del professor Auriti: “Merita di governare un popolo soltanto chi lo ama perché solo chi lo ama è disposto a servirlo, chi non lo ama può soltanto servirsene”.

Italia Cristiana: fare politica per servire !

Venite con noi. Aiutateci a fare grande l’Italia.

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