MENTRE SI PARLA DI UNA LEGGE INUTILE E ASSURDA, DI LARVE E DI VINO ANNACQUATO, IN INGHILTERRA MUORE UN’ALTRA VITTIMA DELLA CULTURA DELLA MORTE

Pippa Knignt con la sua mamma Paula Parfitt
Pippa Knignt con la sua mamma Paula Parfitt

È volata in Cielo la piccola Pippa Knight, bambina inglese di sei anni appena compiuti, affetta da una rara encefalopatia necrotizzante acuta (ENA), ricoverata all’Evelina Children’s Hospital di Londra dal gennaio 2019.

L’8 gennaio di questo anno, il giudice Nigel Poole dell’Alta Corte ha accolto la richiesta del trust presente nell’ospedale acconsentendo e confermando la legalità dell’interruzione della ventilazione meccanica di cui necessita la bambina. E questo contro la volontà della mamma che giorno dopo giorno e ora dopo ora le stava accanto dandole tutto quello di cui aveva bisogno.

La corte, dopo aver ritenuto che la decisione su tale questione spetti allo stesso organo giudiziario e non alla madre, ha respinto il suo ennesimo ricorso, acconsentendo definitivamente il distacco della ventilazione meccanica.

Così, nel nome del suo migliore interesse Pippa è dovuta morire, o meglio è stata uccisa. Sì, perché la sua è stata una morte procurata da chi ha voluto e le ha staccato i macchinari che la sostenevano in vita, ma soprattutto da una cultura, la nostra, che odia la Vita e denigra la grande dignità che ciascuna persona possiede.

Immaginiamo il dolore della mamma Paula Parfitt, che già segnata dal suicidio del marito, ha visto uccidere sotto i suoi occhi la sua bambina, che non potrà più accarezzare, baciare e cullare…

Questa volta non possiamo rimanere indifferenti. Non di nuovo. Il dolore è troppo grande, un’altra vittima muore nell’indifferenza totale di questo mondo, dove i pochi che difendono il grande dono della Vita sono fatti tacere.

Ma noi non tacciamo e gridiamo, urliamo che la Vita è sacra, intoccabile, e nessuno si può permettere di eliminare una persona innocente e malata perché ritenuta un peso inutile per la società.

Non esiste nessun “best interest” se non quello di avere il sacrosanto diritto di vivere e di non di morire soffocati e sofferenti a causa del distacco delle macchine; di non finire la propria esistenza in condizioni peggiori di un animale, con la triste consapevolezza che quest’ultimi oggi sono considerati e rispettati più delle persone e dei bambini.

La nostra società fa ribrezzo. Mentre si discute di una legge assurda e inutile, mentre si parla di larve e vino annacquato, una bambina muore nel silenzio e nel disinteresse di milioni di persone.

Stiamo vivendo l’indifferenza dell’uccisione di innocenti (che avviene già nel grembo materno attraverso l’aborto) e la silente assimilazione della cultura della morte.

Quest’ultima infatti, è ormai stata accettata dalla maggior parte delle persone che l’hanno già “scusata”, a causa di un vergognoso individualismo che mette al centro i propri desideri, passioni e vizi, e che considera la Vita come un oggetto comprabile e modellabile a proprio piacimento.

Questa è la civiltà che il beato Fulton Sheen definì “usa e getta”, dove il pericolo che si crei “il problema più grande dell’inquinamento morale” è ormai reale.

Fino a quando non si riconoscerà il valore e la sacralità della Vita, non avremo mai una società giusta, in quanto essa può realizzarsi soltanto nel rispetto della dignità trascendente della persona umana che ne rappresenta il fine a cui essa è ordinata.

Se manca tale rispetto e se la dignità della persona non viene più considerata, tutto diventa lecito, e il caso di Pippa e di tanti altri bambini come lei vittime dell’eutanasia di Stato, ne sono un chiaro esempio.

Piccola Pippa, prega per noi dal Cielo e chiedi a Dio di avere pietà di questo mondo.

Maria Bigazzi

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