Utero in affitto: prove tecniche per aggirare il divieto?

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È di pochi giorni fa la notizia il cui protagonista è Corrado, ermafrodito di Biella di 55 anni, padre di tre figli, che dichiara di essere “incinto” per autofecondazione; da piccolo i medici lo hanno “reso uomo”, ma oggi dichiara di “sentirsi donna” e vorrebbe cambiare sesso.

Stupisce che questo evento già di per sé improbabile se non surreale, sia stato possibile all’età di 55 anni, quando risulta già difficile per una donna essere fertile alla stessa età in modo naturale.

Il dott. Roberto Jura che ha diretto per quindici anni il reparto di ginecologia e ostetricia dell’Asl di Biella ha rilasciato alla “Stampa” la seguente dichiarazione: “Di certo ci sono problemi endocrinologici e ormonali, ma da qui a dire che c’è un utero ed è gravido c’è differenza”, e conclude che “una gravidanza sarebbe forse possibile solo fecondando un ovulo artificialmente fuori per impiantarlo in un uomo che abbia una femminilizzazione dei tessuti pelvici”.

Incuriosisce che, solo pochi mesi fa Trystan Reese, nata donna, che si definisce transgender mantenendo l’apparato riproduttivo femminile, annunciava la nascita del figlio concepito con l’uomo con cui si accompagna.

Dopo l’utero in affitto, espressamente vietato dalla legge italiana in merito alla surrogazione di maternità, il timore è che questa rappresenti la nuova frontiera percorribile, per superare l’ostacolo che riconosce lo status di madre esclusivamente a colei che partorisce il minore (art. 232 e 29 c.c.), sdoganando la possibilità di avere figli anche ad alcune coppie omosessuali.

Vogliono farci credere che anche l’uomo possa partorire, la scienza quella vera, libera da ogni ideologia, ci insegna che la gravidanza e il parto naturali sono e saranno sempre prerogativa della donna.

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