Riscaldamento globale? Una bufala fantascientifica

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I cambiamenti climatici come conseguenza dell’azione dell’uomo sulla natura sono totalmente privi di fondamento scientifico. Un pensiero ideologico,  ideato da una certa sinistra in cerca di consenso e che riaffiora oggi, dopo che le spinte immigrazioniste hanno fatto perdere loro consensi, che trova la svolta nella battaglia ambientalista. Purtroppo questa teoria infondata, proposta in tutte le salse con un martellamento continuo dai mass media, sta prendendo piede anche in persone ragionevoli.

Lo strumento utilizzato per portare avanti la loro propaganda è la paura su un domani catastrofico, facendo previsioni sui decenni futuri che in pochi si ricorderanno di verificare e smentire. Mi ricordo che già negli anni ’80 gli ideologi del riscaldamento globale,  dovuto all’azione malvagia dell’uomo,  affermavano che da lì a vent’anni, ossia entro il 2000, le foreste tropicali si sarebbero ridotte del 40% e che l’Europa avrebbe subito una drastica desertificazione. Di anni ne sono passati ben 40, ma il deserto è rimasto alle stesse latitudini di 40 anni fa.

Abbiamo due autorevoli rappresentati della vera scienza che stanno contrastando questa bufala da anni, il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia e lo scienziato Antonino Zichichi, ma i punti di riferimento oggi non sono i veri scienziati, ma ragazzine di 15 anni senza alcuna conoscenza del problema.

Una cosa è certa, la sinistra è diabolicamente astuta nel sapersi sempre rigenerare con nuovi o vecchi argomenti, ben salda al timone della pseudocultura.

Fabrizio Verduchi

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