Verona: la speranza riparte da qui

Verona_Marcia_della_Famiglia

Foto choc, Verona città blindata, oscurantismo, soppressione dei diritti… queste sono le bugie che circolano in questi giorni su alcuni giornali, tv e social riguardo al Congresso di Verona e alla Marcia per la Famiglia, per creare un clima di odio.

Qualche giornalista asservito, pseudo intellettuali, persone ideologizzate e alienate dalla realtà, difendono con enormi bugie il regime totalitario che hanno costruito in questi decenni.  Non permettono opposizione, non tollerano un pensiero differente. In questi anni carichi di odio hanno chiamato diritto ogni delitto, hanno soppresso i più elementari diritti umani, partendo dal diritto alla vita fino a scardinare la cellula fondante della società, quella che ha permesso l’avanzare della storia e che rimane l’unica speranza per il futuro: la famiglia.
G.K. Chesterton più di un secolo fa è stato profetico: “ La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.

Uomini e donne, una comunità carica di gioia, capace di costruire con amore e buonsenso il futuro. Da Verona può rinascere la speranza e per farlo dobbiamo crederci, sacrificarci, impegnarci con la forza del cuore e della ragione.

Fabrizio Verduchi

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