Chiamati ad essere annunciatori della verità, come ci si deve comportare di fronte a una società che promuove principi non etici e contrari alla dignità dell’uomo?
Per rispondere a tale domanda è necessario definire il concetto di libertà della persona.
L’uomo possiede il libero arbitrio, ovvero la facoltà di scegliere di compiere il bene e il male, conoscendo le conseguenze dell’uno e dell’altro. Ma Dio, spiega sant’Agostino, ha creato l’uomo libero di scegliere perché possa decidere di compiere sempre il bene, guardando a Cristo, Sommo Bene, Amore e Verità.
La società odierna spinge l’uomo a non credere più nella presenza di Dio, svilendo quella continua aspirazione naturale che lo spinge a cercare il suo Creatore.
Nella concezione moderna la vera libertà dell’uomo consiste nel porsi al centro della propria esistenza, eliminando ogni rapporto con la legge divina e morale, per soddisfare i propri desideri e le proprie passioni, anche a costo di ledere all’altro. Eppure, affermava san Giovanni Paolo II, “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo”.
La condizione di libertà implica un impegno non indifferente, in quanto essa include una serie di diritti ma anche doveri che l’uomo è tenuto a rispettare.
Un ruolo di particolare importanza è rivestito dalla legge morale. Come insegna la Dottrina Sociale della Chiesa, allontanandosi dalla legge morale, l’uomo attenta alla propria libertà, divenendo schiavo di sé stesso e spezzando la fraternità con gli altri uomini. Ciò comporta anche a una ribellione alla volontà divina.
L’uomo, insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, è il solo che è stato degno di ricevere una Legge da Dio, ed essendo capace di comprendere e di discernere grazie alla ragione, egli deve regolare la propria condotta valendosi della sua libertà e della sua ragione, nell’ obbedienza a Dio che gli ha affidato tutto.
I precetti del Signore sono stati dati all’uomo perché seguendo le norme che regolano la vita morale, possa intraprendere la via per compiere il bene e raggiungere il proprio fine. Dotato del libero arbitrio della volontà, l’uomo ha la facoltà di adempiere tali precetti e giungere così ai premi promessi.
Insegna san Tommaso d’Aquino che Dio comunica il proprio essere, la propria intelligenza e il proprio amore mediante la Creazione, che è la Sua libera produzione del mondo. Trovandosi al centro del mondo perché persona, l’uomo conosce e ama Dio, e in ciò consiste la perfetta felicità che porta alla beatitudine. Egli è quindi rivestito di una particolare dignità che lo eleva dalla condizione di miseria per glorificare con la sua vita Colui che lo ha creato.
Eppure l’uomo ha preferito spogliarsi di questa veste preziosa, cadendo nel peccato, in particolare nella superbia e nel convincimento di poter fare a meno di Dio. Tale comportamento ha portato a una visione distorta della vita e del suo valore, visione che si è ripercossa all’interno della vita sociale delle persone.
La Dottrina Sociale della Chiesa individua quelli che vengono definiti peccati sociali, ovvero tutti quei peccati commessi contro la giustizia nei rapporti tra persona e persona, tra la persona e la comunità, e ancora tra la comunità e la persona.
Viene definito peccato sociale “ogni peccato contro i diritti della persona umana, a cominciare dal diritto alla vita, incluso quello del nascituro, o contro l’integrità fisica di qualcuno; ogni peccato contro la libertà altrui, specialmente contro la libertà di credere in Dio e di adorarlo; ogni peccato contro la dignità e l’onore del prossimo” e ancora “ogni peccato contro il bene comune e contro le sue esigenze, in tutta l’ampia sfera dei diritti e dei doveri dei cittadini”.
Quello che stiamo vivendo ora è un vero attacco alla dignità dell’uomo. Un attacco che parte proprio da uno dei diritti più importanti e inviolabili: il diritto alla vita. Se non viene riconosciuta la sacralità della vita e non viene considerata come uno dei doni più preziosi di Dio, allora ogni male diventa lecito. A dimostrarlo è l’aborto, che giustamente si può definire uno sterminio, dove vittime innocenti e silenziose ma dotate di diritti, vengono uccise con l’assenso della legge.
Vi sono uomini padroni di decidere le sorti di altri e quindi se eliminare tramite l’aborto e l’eutanasia i più deboli, i malati, coloro che presentano delle disabilità, o solamente perché non voluti o ritenuti non degni di vivere. Stiamo assistendo a una vera e propria selezione della popolazione che avviene nel silenzio di molti, ma la voce del sangue dei nostri fratelli grida a Dio dal suolo.
La vita non è un oggetto che si può comprare e barattare come avviene con i metodi di fecondazione assistita, dove gli embrioni vengono manipolati e utilizzati come merce di scambio e di laboratorio.
Insegna la Chiesa che in nessun caso la persona umana può essere strumentalizzata per fini estranei al suo stesso sviluppo, che può trovare compimento pieno e definitivo soltanto in Dio e nel Suo progetto salvifico.
Perché una società sia giusta, essa deve realizzarsi soltanto nel rispetto della dignità trascendente della persona umana. Quest’ultima, infatti, rappresenta il fine ultimo della società, che ad essa è ordinata. Per cui l’ordine sociale e il suo progresso devono sempre far prevalere il bene delle persone.
E’ quindi doveroso e necessario che tutti i programmi sociali, scientifici e culturali, siano presieduti dalla consapevolezza del primato di ogni essere umano. A noi spetta il compito di far valere tale verità, con coraggio e senza scendere a compromessi con il mondo. “Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (Tm 1,7).
Maria Bigazzi