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LE AGGRESSIONI A COLONIA E IL RICORDO DELLE “MAROCCHINATE”

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“Rosetta non era svenuta. E tutto quello che era successo, lei lo aveva veduto con i suoi occhi e sentito con i suoi sensi”. Così Alberto Moravia, con il suo libro “La ciociara” pubblicato nel 1957, documenta il fenomeno delle “marocchinate”.
E’ l’ultimo atto della battaglia di Cassino. La valle del Liri è ancora lo scenario dove avvengono gravissimi scontri tra l’esercito anglo-americano e quello tedesco.
Da 4 mesi, gli anglo-americani tentano con furiosi bombardamenti di sfondare la linea Gustav: 230 Km di barriera difensiva dal Tirreno all’Adriatico, voluta da Hitler per fermare l’avanzata alleata.
È l’aprile del 1944 entrambi gli eserciti sospendono gli scontri. Per riprendere a combattere si attende la buona stagione.
“Tutti si aspettavano cose straordinarie da questi alleati, appunto come dai santi”. Ma la guerra non è finita. Gli alleati non riescono a spezzare la resistenza tedesca sulla linea Gustav all’altezza di Cassino. Allora decidono di cambiare strategia, cercano di passare per i monti Aurunci.
Il generale Clark che è a capo della quinta armata americana si affida al generale Juin, perché nella zona è più opportuno inviare truppe di montagna anziché divisioni corazzate.
Oltre 110.000 soldati francesi e truppe coloniali, marocchini, algerini, tunisini. Sono gli uomini del C.E.F., il corpo di spedizione francese guidato dal generale A. Juan.
Ai suoi ordini anche 12.000 Goumiers, truppe militari marocchine, arruolate e addestrate sulla montagna dell’Atlante, in Marocco.
Il piano del generale Juin scatta alle 23.00 di Giovedì 11 Maggio del 1944.
1.600 cannoni cominciano a bombardare le postazioni tedesche; 45 minuti dopo le truppe di Juin attaccano il monte Faito, nel cuore dei monti Aurunci.
Le truppe coloniali a seguito degli alleati iniziano a saccheggiare, a rubare, a devastare, a uccidere e a violentare. Come scrive Sagnotti nel suo articolo “Aspettavano i liberatori ma arrivò l’inferno”. Si tratta di “gente comune, colpevole solamente di trovarsi al momento sbagliato nella propria casa, mentre erano in atto pulizie etniche, saccheggi, violenze e stupri di ogni genere, compiuti sotto bandiere e vessilli di “liberazione”.
Viene naturale fare un paragone tra Rosetta e le oltre 35 donne che durante la notte di Capodanno sono state stuprate presso la stazione centrale di Colonia, il 31 Dicembre scorso.
La polizia, in Germania, sta indagando e ha parlato di «crimini di una dimensione completamente nuova»: il capo della polizia di Colonia Wolfgang Albers ha parlato di attacchi di gruppo e di circa mille uomini coinvolti.
In Slovacchia “niente più profughi musulmani” e il governo dichiara: “Non vogliamo che accada anche in Slovacchia qualcosa di simile a quel che è successo in Germania”.
Quella in atto non è una semplice immigrazione, ma un’invasione pianificata!

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Sicurezza?

Sicurezza

«Ci troviamo in una situazione di non sicurezza e di pericolo attentati per colpa di politici irresponsabili che hanno permesso un’immigrazione senza controlli che potremmo definire anche un’invasione. Unico interesse dei politici è stato solamente guadagnare denaro pubblico attraverso cooperative create ad hoc per la gestione dei centri di accoglienza.

Oggi come possiamo sentirci al sicuro con le rassicurazioni di tali politici?»

(Fabrizio Verduchi, Presidente Italia Cristiana)

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