Cicogne in missione… gender!

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Poco meno di due mesi fa, il 20 ottobre, è uscito nelle sale cinematografiche italiane un cartone animato per bambini, presentato al Festival del Cinema di Roma come una straordinaria avventura animata.
Le cicogne che un tempo consegnavano bambini ora si occupano di consegne per un grande sito Internet.

La cicogna Junior, dopo anni di intenso lavoro, è divenuta la migliore dell’azienda e mentre è sul punto di ricevere una promozione, inavvertitamente, rimette in moto il dispositivo che produce bambini, dando vita ad una graziosa neonata. Junior con l’aiuto di Tulip, l’unica ragazza a vivere sul Monte Cicogna, cercherà, senza che il loro capo se ne accorga, di consegnare la graziosa neonata alla famiglia Gardner, dove c’è un bimbo solo che desidera tanto un fratellino con cui condividere i propri giochi da maschietto. Fin qui la propaganda gender è trasmessa con velati messaggi più o meno espliciti, come per esempio la presenza di numerosi bambini dai capelli multicolore a ricordare l’arcobaleno; la cicogna che possiede un cellulare con la cover arcobaleno; il bambino a cui viene consegnata una sorellina al posto del tanto desiderato fratellino con cui condividere i giochi, non rimane comunque deluso, perché la sorellina rivela una spiccata indole per i giochi maschili… Molti altri sono i riferimenti di questo tipo, ma il messaggio chiaro ed esplicito si mostra nelle scene finali, quando le cicogne hanno ritrovato la propria vocazione di consegnare bambini, ma a sorpresa, in una sequenza molto veloce di immagini, i neonati vengono consegnati, tra gli altri, anche a donne singole, coppie di donne, coppie di uomini, uomini soli, esaltando il concetto che esistono tante forme di famiglia.

Tutta questa propaganda, dai contenuti ideologici gender, viene somministrata ad inconsapevoli ed innocenti bambini, lasciando passare il messaggio camuffato da una incantevole storia di bisogno di amore e di accoglienza.

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